di Giorgio Sangiorgio
In seguito alcuni ricercatori diedero proprio il nome di azoto ad un particolare residuo gassoso, scoperto dopo aver bruciato del carbone in un ambiente chiuso ed aver assorbito la relativa anidride carbonica. Questo gas neutro ed inerte è il quinto elemento più abbondante sulla terra, determina il 78% dell’atmosfera terrestre e rappresenta il costituente fondamentale delle molecole organiche più importanti dal punto di vista biochimico (DNA, proteine, vitamine).
Di grande importanza è il ciclo biogeochimico dell’azoto, che si muove continuamente tra l’atmosfera, il terreno e gli esseri viventi. Questi, per la formazione dei propri composti organici, non possono assimilare le proprietà dell’azoto direttamente dall’atmosfera, allo stato gassoso; invece alcuni composti azotati come i nitrati, disciolti dall’acqua e penetrati nel terreno, possono essere assorbiti dalle radici delle piante.
Fissatosi nelle foglie ed assunto dagli animali, l’azoto può pertanto raggiungere l’organismo umano attraverso la catena alimentare. Infine, attraverso la decomposizione dei residui organici, l’elemento ritorna nel terreno e grazie all’azione di alcuni batteri di nuovo nell’atmosfera, allo stato gassoso, per ricominciare lo stesso ciclo.
Per l’alchimia non solo l’azoto ma tutto l’universo è un processo ciclico, uno e molteplice, un organismo vivente -il serpente Ouroboros che si mangia la coda- costituito dai quattro elementi fuoco, aria, acqua e terra. La sua materia si struttura e si trasforma continuamente nei piani dell’esistenza, per effetto del contrasto fra le sue quattro qualità: secco/umido e caldo/freddo. Si può dire che da tale contrasto scaturisce in tutte le sue forme la vita, caratterizzata in sostanza dal movimento.
Il caldo ed il secco sono le qualità del fuoco, il caldo e l’umido dell’aria, il freddo e l’umido dell’acqua, il freddo ed il secco della terra. Il contrasto tra caldo e freddo e tra secco ed umido determina cambiamenti nella quantità di fuoco, di aria, di acqua e di terra, con cui sono composte tutte le cose; quindi l’alchimia fa interagire elementi e qualità in maniera accorta, per accelerare l’evoluzione naturale.
In senso analogico i quattro elementi corrispondono agli elementi chimici più abbondanti in natura: nell’ordine idrogeno, ossigeno, azoto e carbonio. La terra è determinata in prevalenza da carbonio con idrogeno e azoto, l’acqua da idrogeno con ossigeno, l’aria da azoto con ossigeno, il fuoco da ossigeno con carbonio. Occorre aggiungere che i numeri atomici dell’idrogeno (1), del carbonio (6), dell’azoto (7) e dell’ossigeno (8) danno un totale di 22: il numero degli archetipi che secondo certe tradizioni filosofiche e religiose -tra cui la Cabala- sono le forze costruttrici dell’universo.
Inoltre se l’idrogeno e l’elio sono i primi elementi fuoriusciti dall’iniziale big bang dell’universo, che producono l’energia irradiata dalla fusione nucleare delle stelle e successivamente determinano gli elementi più pesanti, gli stessi possono corrispondere rispettivamente alle acque inferiori e alle acque superiori, che secondo certe cosmologie tradizionali si sono separate dopo il fiat del Principio ed hanno dato luogo al cielo e alla terra. In effetti il numero atomico dell’idrogeno (1) aggiunto a quello dell’elio (2) da il totale di 3: il ternario creativo dell’Assoluto. Secondo l’alchimia tale ternario è rappresentato dallo zolfo, corrispondente all’elio, dal mercurio, corrispondente all’idrogeno, e dal sale, corrispondente all’azoto.
Già con questi brevi cenni sull’azoth e sui quattro elementi si capisce come l’alchimia sia una speculazione metafisica, un linguaggio simbolico e misterioso, che tuttavia poggia i suoi postulati sulla visione di un universo organico e intelligente. Quindi tale scienza tradizionale è un’attività pratica, che prevede esperimenti e risultati materiali, oltre che spirituali; ha un atteggiamento conoscitivo, è un insieme coerente di interpretazioni o descrizioni della realtà, messe alla prova costantemente attraverso il successo o meno in determinate attività: nella produzione di medicinali spagirici e leghe metalliche, ma soprattutto nella cura dello stato di salute, dell’attenzione, della percezione e della consapevolezza, delle relazioni con gli altri e con l’ambiente, delle iniziative che danno un senso all’intera esistenza.
L’alchimia va definita come via spirituale di conoscenza e di salvazione dell’uomo, oggigiorno poco conosciuta o male interpretata, anzi da molti considerata un residuo di antiquate credenze scientifiche e superstizioni magiche Il concetto base dell’alchimia è che l’uomo non può aspirare ad una esistenza di armonia, di amore e di pace, oltre che ad una trascendenza spirituale, per mezzo della semplice fede religiosa, ma grazie alla conoscenza delle leggi armoniche della natura, dell’energie che muovono l’anima del mondo, all’esperienza soggettiva e trasmutatoria dello spirito intelligente dell’Assoluto.
Dovrebbe essere evidente a tutti, anche se di fatto non lo è, che un uomo, incapace di raggiungere tale conoscenza, sarà spesso soggetto a sbalzi di energia e di umore, ad aggressività, a depressione, a squilibri psichici ed emotivi, ad una totale insoddisfazione: i motivi di fondo dello stato perenne di ignoranza e quindi di belligeranza nella società.
Pertanto in Occidente l’alchimia è stata chiamata Gaia Scienza, cioè scienza della Terra o della Natura. Ma non va considerata una chimica grossolana e primitiva, come è scritto nei manuali di chimica, bensì una teoria ed una pratica millenarie, ordinate in un sistema, volte all’elevazione spirituale dell'uomo con conoscenze analogiche rispetto alle leggi di natura, con pratiche simili a quelle utilizzate per la lavorazione dei campi e delle piante.
Per questo l’alchimia occidentale è stata chiamata anche Agricoltura Celeste ed evita procedimenti contro natura, come pratiche ascetiche o di sospensione prolungata delle funzioni vitali, come l’astinenza sessuale o la ritenzione del seme; d’altra parte evita procedimenti artificiali come l’uso di droghe o di sostanze psicotrope. Le sue tecniche non sono mai troppo complicate, sempre in sintonia e in armonia con i processi della natura, anche quando tentano di superarne i limiti o di accelerarne i ritmi.
L’alchimia, sia quella che lavora con i crogiuoli o gli alambicchi, sia quella che lavora direttamente nell’interiorità dell’uomo, è fondamentalmente una tecnica che consiste in un processo di spostamento e allontanamento dell’IO dalla maschera di una personalità identificata, alienata, proiettata solo nella realtà esteriore, superficiale; processo che porta al volto autentico dell’uomo, completo e trasformato, perché porta alla reale esperienza di un’altra realtà: l’integrazione del corpo con l’anima e lo spirito.
Di conseguenza l’alchimia è una risposta a problemi di ordine esistenziale, quali l’origine dell’uomo e dell’universo, l’eventuale esistenza di un dio, il senso da dare alla vita, la paura della morte, l’eventuale immortalità dell’anima. Gli alchimisti occidentali che si definivano anche Filosofi (amanti della conoscenza) danno a tali domande una risposta sorretta sia da modelli teorici logici, sia da risultati concreti, empirici, provenienti da un comportamento che esige un modo specifico di essere e di fare nella vita di tutti i giorni.
Questa risposta deriva da una iniziale ipotesi di lavoro, come ipotesi spesso sostenute dalla fede sono tutte le soluzioni proposte all’uomo, religiose od esoteriche che siano. L’ipotesi dell’alchimia è questa: se la vita non è un fatto casuale, senza significato, il solo fatto di esistere presuppone che vi sia un principio metafisico come causa originaria, una intelligenza o una memoria che genera e guida l’universo visibile, un’energia unica che sostiene e muove la natura, un progetto che dia un senso alla vita.
Da questo presupposto l’alchimia ipotizza che l’uomo con un processo operativo possa trovare in sé un punto di contatto con il principio metafisico causante, o meglio uno stato di integrazione tra l’effimero e l’eterno, tra l’individuo e l’intelligenza universale che si individua e si realizza in tutti gli esseri viventi, tra l’energia finita che anima l’uomo e l’energia infinita che anima il mondo, tra l’uomo e l’Assoluto che l’alchimista non considera un ente del tutto trascendente, ma semplicemente il Principio, lo stato virtuale dell’esistenza reale, un campo d’infinita creatività anche immanente, quindi sempre presente nelle cose del mondo.
Nell’alchimia interiore gli esperimenti più utili sono quelli che riguardano la chimica della alimentazione, della respirazione e della circolazione dei flussi fisiologici –del sistema enzimatico, endocrino, immunitario- per distillare al meglio e senza dispendio di energia gli alimenti grezzi che il corpo ossida, scompone e trasforma nelle sostanze necessarie a sostenere e potenziare il lavoro dei centri dell’uomo, quello sessuale, motorio, istintivo, emozionale e psichico.
Il fuoco alchimico di base, di cui si parla per enigmi nei testi, è l’energia termica del corpo, legata ai movimenti vibratori delle particelle subatomiche, che tra l’altro produce la normale temperatura corporea. Da ciò deriva l’energia nucleare che tiene insieme e modula i nuclei degli atomi, l’energia chimica che tiene in vita le cellule e costruisce i cromosomi, l’energia elettrochimica che fa funzionare il sistema delle sinapsi cerebrali. Le più piccole particelle possono paragonarsi ai bit di un particolare pensiero oggettivo, a quantità minime d’informazione capaci comunque di discernere tra due possibili alternative, a possibilità creative che permeano tutta la materia. La regolazione di tale fuoco naturale, attraverso un sistema operativo ed uno stile di vita equilibrati, determina un diverso e intenso movimento delle particelle, fondamentale per le operazioni di purificazione del composto umano e per una successiva attivazione del centro psichico superiore e del centro emozionale superiore.
Infine, dato che l’alchimia mentale presuppone un intimo legame tra pensiero e materia, tramite l’intermediazione delle immagini e dei simboli tradizionali, è fondamentale soprattutto visualizzare un programma operativo, dei progetti, e poi operare con coerenza per farli nascere in concreto, come sono stati prima immaginati. Ciò può avvenire attraverso un’attività che coinvolge corpo, anima e spirito, a anche attraverso un’opera artistica o letteraria, comunque con un’opera del proprio ingegno, della propria volontà e del proprio amore.
Giorgio Sangiorgio
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